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Drusi siriani: attori chiave schiacciati fra scontri di potere locali e regionali

  • Immagine del redattore: Karam Amer, Armin Messager
    Karam Amer, Armin Messager
  • 11 mar
  • Tempo di lettura: 6 min

Approfondimento: Con l’emergere di una nuova Siria, i drusi si trovano ad affrontare diverse pressioni in mezzo a lotte di potere locali e regionali.




Bandiera siriana e minareto
Foto: Ahmed Akacha (Pexels)

Più di una settimana dopo l'uccisione di un membro delle forze di sicurezza del governo provvisorio durante gli scontri con le fazioni armate druse a Jaramana, la tensione rimane alta.


Il caso ha causato una rapida escalation, gruppi armati drusi provenienti da tutta la provincia di Suweida si sono schierati in città e forze governative sono state inviate di rinforzo.


Approfittando della situazione, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dato istruzioni all'esercito di “prepararsi a difendere la comunità drusa di Jaramana”, utilizzando una narrativa tipica della guerra psicologica.


La risposta non si è fatta attendere. Sono scoppiate proteste e molti rappresentanti drusi hanno respinto con forza queste dichiarazioni, ribadendo il loro impegno per l'unità della Siria.


Sebbene la crisi di Jaramana sia stata alla fine risolta diplomaticamente, i recenti combattimenti nella zona costiera e i massacri di civili denunciati evidenziano la fragilità della Siria post-Assad.


Se il clima, in fatto di sicurezza, dovesse ulteriormente peggiorare, l'influenza delle fazioni druse favorevoli al decentramento potrebbe aumentare.


Un tentativo di strumentalizzazione fallito

Il 25 febbraio, in Piazza della Dignità, a Suweida, dove dal 2023 si sono svolte tutte le proteste anti-Assad, la gente si è riunita ancora una volta per manifestare, questa volta contro l'occupazione turca e israeliana e contro le accuse di separatismo druso.


Molta della comunità drusa resta profondamente fedele al nazionalismo siriano e all'unità del Paese e manifesta per il mantenimento di tale unità attraverso un maggior impegno con Damasco e il rafforzamento delle istituzioni all'interno del governo di transizione.


Jibran Hamzeh, un membro del Movimento Politico Giovanile che il 25 febbraio ha partecipato alla Conferenza di Dialogo Nazionale, che puntava a plasmare il futuro della Siria, ha sottolineato la necessità di consolidare lo Stato prima della messa in atto di qualsiasi riforma politica. 


“Dobbiamo prima costruire uno Stato forte e un governo centrale solido. Una volta compiuto questo passo, potremo discutere della struttura del regime”, ha dichiarato a The New Arab.


La situazione a Suweida rimane molto complessa, quasi 160 gruppi armati continuano ad operare nella regione. Insieme a Daraa, sede della Sala Operativa del Sud, e alle Forze Democratiche Siriane (SDF) nel nord-est, Suweida è tra le ultime aree in cui le forze locali mantengono l'autonomia militare.


Tuttavia, a differenza di queste altre fazioni, le milizie di Suweida mantengono legami con Damasco. Questo legame è stato ribadito ancora il 24 febbraio, quando una delegazione di esponenti drusi, di cui facevano parte anche Laith al-Balous e Sulaiman Abdelbaqi, leader delle principali milizie, si è recata in visita ad Ahmed al-Sharaa per ribadire il loro impegno a rafforzare i legami.


Dopo le recenti tensioni, la situazione a Jaramana è stata parzialmente riportata alla normalità grazie all'intervento dei leader Balous e Abdelbaqi, in coordinamento con il governo provvisorio.


Invece di creare divisione, questo episodio ha favorito il riavvicinamento. In risposta alle pretese israeliane di difendere la comunità drusa, Walid Jumblatt, considerato il leader della comunità drusa libanese, ha convocato con urgenza un'assemblea generale del Consiglio religioso per condannare le azioni israeliane e ha proposto un nuovo incontro con Ahmed al-Sharaa.


Il 6 marzo, diverse influenti fazioni armate, tra cui gli Uomini della Dignità, la Casa della Dignità e il Raggruppamento Ahrar Jabal al-Arab, hanno annunciato, in accordo con il Ministero dell'Interno, il ritorno delle Forze di Sicurezza Generale nella regione di Suweida.


Queste forze, che mirano a ristabilire l'ordine, contrastare la criminalità e frenare il traffico di droga, sono gestite dai leader locali, nel processo di graduale reintegrazione delle istituzioni statali sotto il controllo regionale.


Tuttavia, questa iniziativa è tutt'altro che condivisa unanimamente. Lo stesso giorno a Suweida sono scoppiate proteste per denunciare il ritorno dell'autorità statale, in particolare il governo di transizione dominato da ex esponenti dell'HTS. Persone che sostengono l'autonomia, e persino il separatismo, sono scese in piazza per difendere la loro posizione.


Sceicchi drusi dalle visioni discordanti

Storicamente, la comunità drusa era guidata da capi tribali, tra i quali i più importanti sono ancora quelli appartenenti alla famiglia al-Atrash, nota per la sua lotta contro la colonizzazione francese. Tuttavia, dall'inizio della guerra civile siriana, le dinamiche politiche all'interno delle comunità sono cambiate.


Gli sceicchi al-Aql (“Guide Sagge”), in precedenza confinati all'ambito spirituale, hanno acquisito influenza nelle questioni temporali, poiché la popolazione si rivolge sempre più spesso a loro per avere una guida sia nella vita che nella politica. Un esempio particolare di questo cambiamento è lo sceicco Hikmat al-Hijri, che ha sostenuto le proteste anti-Assad a Suweida già nel 2023.


In questo contesto, sono emerse divisioni significative tra i leader religiosi drusi riguardo al futuro e al posizionamento strategico della comunità e ognuno di essi influenza le rispettive sfere di competenza.


Mentre al-Hijri in alcune sue dichiarazioni ha auspicato un maggiore decentramento e federalismo, gli altri due principali sceicchi al-Aql di Suweida, lo sceicco Hammoud al-Hinnawi e lo sceicco Yousef al-Jarbou', sostengono una Siria centralizzata e si oppongono con veemenza alla retorica secessionista.


Lo sceicco Mowafaq Tarif, un leader druso in Israele con stretti legami con Tel Aviv, ha sollevato notevoli preoccupazioni. Come emerso a gennaio, Tarif avrebbe organizzato una serie di incontri con personalità di spicco, dagli Emirati Arabi Uniti (EAU) a Washington, per promuovere una visione filo-israeliana per la comunità drusa della regione.


Secondo il quotidiano Al-Jumhuriya, anche lo sceicco al-Hijri starebbe entrando più attivamente in questo gioco regionale. 


Khaldun al-Hijri, uno stretto collaboratore di Sheikh al-Hijri, avrebbe incontrato rappresentanti politici a Washington per discutere di una rivolta armata in collaborazione con le Forze Democratiche Siriane (SDF) e alcuni gruppi alawiti della costa siriana. Questo piano, tuttavia, non ha ricevuto l'approvazione degli Stati Uniti, ha riferito il giornale.


Questi sviluppi arrivano in un momento in cui Israele è preoccupato per la crescente influenza della Turchia in Siria. Di recente, Tel Aviv ha esposto a Washington una serie di misure per evitarla, tra cui attività di lobbying per mantenere il Paese debole e decentralizzato e esprimendo sostegno alla presenza militare Russa.


In questo contesto, Israele potrebbe essere indotto ad alimentare le tensioni etniche e settarie nella regione, utilizzando la minoranza drusa come guardia di confine per promuovere la propria agenda politica. Questa strategia è particolarmente rilevante per il “Corridoio di David”, molto pubblicizzato e strategico, che conduce alla Siria nord-orientale, e che potrebbe portare Israele un passo più vicino alla visione della Grande Israele.


Percorsi diversi sotto intense pressioni

Sul campo sono emerse diverse fazioni druse che sostengono il federalismo, al limite del secessionismo. I principali punti di contesa tra questi gruppi e quelli che favoriscono i legami con il governo centrale sono la struttura dell'esercito e la grande concentrazione di posizioni chiave nelle mani di ex membri dell'HTS, nonché il loro passato salafita-jihadista.


Tra queste fazioni, il Consiglio militare di Suweida (SMC) gioca un ruolo centrale come principale gruppo pro-decentramento. Il leader, Tariq al-Shoufi, un ex ufficiale del regime siriano che ha disertato nel 2015, ha dichiarato a The New Arab: “L'HTS non si fidava delle capacità e delle competenze locali [...] per questo ho richiamato i miei combattenti”.


Najib Abu Fakhr, capo dell'ufficio politico del Consiglio militare della Siria meridionale, condivide la stessa critica. “La nomina di mujahideen stranieri a posizioni di comando e, in ultima analisi, la monopolizzazione delle decisioni nazionali, soprattutto di quelle inerenti alla sovranità, è stata scioccante, anche se attesa”, ha dichiarato a The New Arab.


Le polemiche sono sorte quando alcuni combattenti dell'SMC hanno espresso opinioni filo-israeliane. Nonostante ciò, nuovi gruppi armati locali continuano ad unirsi al Consiglio. Numerosi video di raduni, per lo più con milizie di villaggio, testimoniano questo crescente sostegno.


Abu Fakhr ha dichiarato a The New Arab che questi due consigli dovrebbero fondersi in uno solo e formare un'alleanza con i consigli militari della costa siriana e del nord-est, creando una struttura unificata che sostenga una Siria “federale” e “decentrata”.


Ci sono anche altri gruppi, come Hezb al-Liwa, vicino allo sceicco Hikmat al-Hijri. Guidato da Malik Abu al-Khair, un giornalista che attualmente vive in Francia, il partito cerca la pace con Israele. Per quanto riguarda le relazioni con Israele, Najib Abu Fakhr afferma che: “In caso di scontro con i jihadisti, non escludiamo un'alleanza con qualsiasi potenza regionale per ottenere la vittoria”.


La lotta per l'autonomia drusa e le accuse di legami con Israele si riflettono anche in una guerra di propaganda e disinformazione che sta alimentando le tensioni comunitarie a Suweida, soprattutto tra tribù beduine e druse, in un clima di crescente insicurezza, dominata dai ricordi persistenti dei conflitti passati.


Sono in atto anche operazioni psicologiche, come l'innalzamento di una bandiera israeliana, volantini filo-israeliani sparsi sul terreno e messaggi che incoraggiano la popolazione drusa a lavorare in Israele. Allo stesso tempo, sono in corso sforzi per seminare il caos all'interno della stessa comunità drusa, come dimostra il tentato omicidio di Suleiman Abdelbaqi, un importante leader vicino al governo, avvenuto l'8 marzo.


Di fronte a questa situazione sempre più tesa, le violenze che hanno colpito la popolazione civile alawita lungo la costa negli ultimi giorni potrebbero portare a un aumento del sostegno all'autonomia o addirittura della secessione, che attrae un numero maggiore di simpatizzanti e militanti armati rispetto a una settimana fa.

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